domenica 29 dicembre 2013

Bigoli con il broccolo romanesco




⦁ 280 gr. di bogoli mori
⦁ 1/2 cipolla bianca di Chioggia 
⦁ 1 spicchio d'aglio
⦁ 1 foglia di alloro
⦁ 4 filetti di acciughe Nostromo 
⦁ 100 ml. di vino bianco
⦁ 300 gr. di cavolo romanesco lessato molto al dente
⦁ 4 code di gambero
⦁ sale fino q.b.
⦁ pepe nero  q.b.
⦁ olio extra vergine di oliva Bonomo



I bigoli mori sono un tipico formato di pasta della tradizione veneta, di cui vi ho ampiamente parlato in questo post
 Procedimento : sbucciate a affettate finemente la 1/2 cipolla, fatela rosolare con una foglia di alloro e uno spicchio d'aglio , in abbondante olio di oliva, poi sfumate con il vino bianco , coprite il tegame e , a fuoco dolce portate a cottura , a questo punto aggiungete le acciughe sott’olio, stemperate con una forchetta sino ad ottenere una crema.
 Divete in cimette il broccolo lessato al dente , poi incorporatelo all'intingolo., abbassare la fiamma e fate cuocere dolcemente per una decina di minuti. 
Al ternine della cottura regolate di sale e pepe , eliminate lo spicchio d'aglio e la foglia di alloro. 

Lessate per 2 minuti le code di gamberi, poi eliminate la corazza e il budellino interno, quindi teneteli da parte. 
 Cuocere i bigoli in abbondante acqua leggermente salata ,in quanto le acciughe sono già salate,scolarli al dente poi farle saltare nell’intingolo appena preparato assieme alle code di gamberi. 

Presentazione : porre al centro del piatto un nido di paasta, decorare con un gamberone e delle cimette di broccolo romanesco.

Vino consigliato : Inzolia CantineSettesoli

Colore: giallo tenue con riflessi verdognoli Profumo: fresco, pulito, con sentori di frutta Sapore: fresco, di giusta acidita’ ed equilibrato. Grado alcolico: 12 % vol Territorio di origine - Sicilia sud occidentale / Menfi / AG Vitigno: inzolia100 % Classificazione: bianco Doc Sicilia Abbinamenti: crudité di verdure, carni bianche e verdure, pesce alla griglia . 
Share:

martedì 24 dicembre 2013

Buon Natale 2013



Tanti cari auguri di buon Natale a tutti i miei lettori e tutti coloro che seguono il mio blog . 

Per augutarvi Un sereno Natale vi dedico un brano musicale You've got a friend , composto e pubblicato da karol King nel 1971 ; nello stesso anno anche James Tylor pubblicò una cover de brano.
You've Got a Friend ha vinto un Grammy Award sia con Karole King che con James Taylor ed è tutt'ora un brano musicale molto conosciuto ed apprezzato .
Numerose sono le cover del brano interpretate da altri artisti , qui vi presento la cover di uno dei miei miti Mick Hucknall che duetta assieme a Dee Dee Bridgewater .



(Traduzione testo )

Quando sei giù, pieno di problemi
e hai bisogno di un aiuto
e niente, niente va nel modo giusto
 chiudi gli occhi e pensami 
e subito io sarò là per illuminareanche le tue notti più buie.

Semplicemente urla il mio nome
e sai che ovunque sarò
verrò di corsa per rivederti ancora
inverno, primavera, estate o autunno
tutto ciò che devi fare é chiamare
ed io arriverò, si
tu hai un amico .

Se il cielo sopra di te
dovesse diventare scuro e pieno di nuvole
e se quel vecchio vento del nord
iniziasse a soffiare mantieni salda la tua testa
ed urla forte il mio nome
e subito busserò alla tua porta .

Semplicemente urla il mio nome
 e sai che ovunque sarò
verrò di corsa per rivederti ancora
 inverno, primavera, estate o autunno
 tutto ciò che devi fare é chiamare
 ed io arriverò.
Share:

martedì 10 dicembre 2013

Canederli agli spinaci e radicchio



I canederli sono dei grossi gnocchi molto conosciuti nella cucina tedesca con diversi nomi e varianti oltre a Knödel e a Klöße . Nella cucina italiana sono presenti solo in alcune cucine regionali, come il Trentino Alto Adige, il Friuli e l’alto Veneto. 
Sono il piatto tradizionale dell’Alto Adige , qui li possiamo trovare : salati, dolci, in brodo, asciutti, come contorno, come primo, con vari impasti (pane raffermo, patate o ricotta), ma sempre tondi e gustosi .
 Si tratta di una ricetta antica che, nella cucina contadina, permetteva il riciclo del cibo avanzato . Oggi io vi presento i miei canederli agli spinaci e radicchio, i classici canederli agli spinaci con un mio tocco personale dato dal radicchio di Treviso inserito nell’impasto e nel condimento

Curiosità: un tempo, tagliare questi gnocchi con il coltello era considerato un affronto alla cuoca; la tradizione imponeva infatti di spezzarli con la sola forchetta.

Ingredienti per 4 persone :

⦁ 150 g di pane raffermo tagliato a dadini
⦁ 1 scalogno
⦁ 50 g di formaggio Asiago mezzano
⦁ 50 ml di latte
⦁ 200 g di spinaci bolliti
⦁ 1 cespo di radicchio di Treviso
⦁ 2 uova
⦁ 1 spicchio di aglio
⦁ 1 cucchiaio di farina
⦁ 2 cucchiai di burro
⦁ 50 gr. di formaggio Asiago stravecchio
⦁ 70 g di burro fuso
⦁ sale q.b.
⦁ un pizzico di noce moscata
⦁ pepe nero q.b.

Procedimento : lavare il radicchio, tritare finemente le foglie esterne . Tritare finemente lo scalogno e farlo rosolare con lo spicchio d'aglio in un tegame con due cucchiai di olio , poi abbassare la fiamma aggiungere il radicchio tritato e farlo brasare, a cottura ultimata eliminare lo spicchio d'aglio. 
Tritare finemente gli spinaci e inserirli in una ciotola , con sale , pepe e un pizzico di noce moscata. In un piatto sbattere le uova e incorporarle all'impasto assieme al trito di cipolla e radicchio.
 Unire nella ciotola gli spinaci, il latte, i dadini di formaggio e la farina con il pane raffermo tagliato a dadini. Mescolare bene il tutto e lasciar riposare in frigo per 15 minuti. 
Con le mani inumidite di acqua formare i canederli, arrotolatateli con le mani in modo da dargli la classica forma a palla di circa 4–6 cm di diametro.
In Alto Adige per realizzare canederli belli rotondi e sodi usano un apposito utensile ; io invece ho sovrappoposto due quadrati di film trasparente , ho inserito al centro il canederlo e poi l'ho avvolto nel film trasparente stringendo bene.
 Tritare il rimanente radicchio, conservate alcune cimette per la decorazione. Far sciogliere a fuoco dolce il burro, poi incoporate il trito di radicchio . 
 Far cuocere i canederli in acqua bollente salata per 15 minuti , devono cuocere dolcemente ed essere moribidi fino al cuore, poi scolarli. 
 Servite i canederli con il burro fuso , radicchio e una spolverata di Asiago stravecchio.



Vino consigliato : Alto Adige Doc Rose’

Ringrazio Iole del blog : http://iolecal.blogspot.it/ per avermi donato il premio “ Auguriamoci Buon Natale “ che io invio a tutti i miei lettori . 

Share:

martedì 3 dicembre 2013

Antico dolce di San Nicolò



Un contest è anche un modo per conoscerci meglio . Raccontare di noi stessi , del nostro blog e di una ricetta che ci rappresenti , questo è il tema del contest di Stefania  I love me, my blog and food .

Iniziamo con la mia storia : sono Daniela Dal Ben, sono nata a Motta di Livenza (TV) e da sempre vivo ad Annone Veneto (VE) comune del Veneto orientale  confinante con la provincia di Pordenone .

Dopo gli studi di ragioniera ho iniziato a lavorare come impiegata in una ditta operante nel settore del mobile . Nel 2011 , a causa di una grave crisi , l'azienda ha chiuso i battenti e da allora sono una blogger a tempo pieno .

Il blog : http://danieladiocleziano.blogspot.it/  è nato nell’aprile del 2009 .  La spinta iniziale è partita da Diocleziano che apprezza da sempre la mia cucina, ci abbiamo pensato un po’ e una domenica pomeriggio il nostro blog ha iniziato il suo percorso.
Un blog nato in famiglia : dall'unione della mia passione per la cucina e per i vini ,  con quella di Diocleziano per la fotografia , entrambi adoriamo la musica.
Con il passare degli anni sono aumentati i temi  trattati nel blog; infatti anche se in minor misura nel blog si parla anche delle nostre esperienze , dei nostri viaggi culinari , della scoperta dei nuovi prodotti .
La mia cucina è innanzitutto una cucina legata alle tradizioni e al territorio; sono presenti sul mio blog molte ricette ispirate a ricette tipiche venete-friulane. Adoro tutta la cucina italiana , e in particolare mi piace molto la cucina toscana e quella siciliana, nel blog potete trovare diverse ricette tipiche di queste regioni.
Nel blog trovate anche ricette ispirate alla cucina giapponese, francese, spagnola, e anche americana.

Per il contest di Stefania ho scelto questa ricetta " Antico dolce di San Nicola " , perchè  questo dolce mi ricorda i momenti felici della mia infanzia e i dolci racconti di mia nonna.
E' una ricetta della tradizione presente da molti anni nella mia famiglia.

San Nicola è il patrono di Motta di Livenza la città in cui sono nata e la sua festa è molto sentita in tutto il nord est ,  infatti qui molte sono le chiese a lui dedicate, così come in Italia e in tutto il mondo.

La nonna mi raccontava che nella nostra zona,  San Nicola o meglio, San  Nicolò, era senza dubbio il Santo più atteso. Fino ai recenti anni cinquanta Babbo Natale era praticamente inesistente solo pochi bimbi benestanti potevano dire di aver ricevuto regali da lui ; l'immagine della Befana rimaneva legata a quella della strega cattiva che portava del carbone ai bambini che non si erano comportati bene .
 San Nicola invece passava per tutti.
La nonna si alzava la mattina del 6 dicembre con la speranza di trovare, qualche dolciume, frutta secca e magari qualche piccolo regalo come un berretto , dei guanti, oppure una sciarpa , cose di cui aveva bisogno in quel momento. Anche se trovava solo un piccolo pezzetto del dolce di San Nicolò, la gioia era molto grande.
In quasi tutte le zone in cui San Nicola è festeggiato esiste un dolce a lui dedicato, basti pensare agli speculoos di San Nicola, i famosi biscotti speziati tipici del Belgio e dei Paesi Bassi , oppure i panuzzi sicialiani di San Nicola.
Nel Veneto orientale è appunto l'antico dolce di San Nicolò il dolce a lui dedicato . Non conosco l'origine e la datazione di questa ricetta posso solo dirvi , che mia nonna lo conosceva sin da piccina ed era nata nel 1899. Questo dolce è molto simile alla pinza , il dolce di San Nicolò ha una minor quantità di ingredienti rispetto alla pinza; qui però  ci sono delle uova , che invece sono assenti nella pinza.

Ingredienti per 8 persone :
500 gr. di farina
250 gr. di farina di mais
4 uova bio
1 cubetto di lievito
10 cucchiai di zucchero
250 gr. di uvetta
140 gr. di fichi secchi
20 gr. di semi di finocchio
la scorza di un limone
100 ml. di latte
1 cucchiaio di olio
250 gr. di burro
1 cucchiaino di sale

Procedimento : In una terrina far sciogliere il lievito con 100 ml di latte tiepido, 1 cucchiaino di sale e 1 cucchiaio di zucchero, aggiungere circa 50 gr. di farina e un goccio d’olio, mescolare ,  coprire con un canovaccio e lasciar riposare.

Mettete in ammollo in acqua tiepida l'uvetta, tagliate a tocchetti i fichi secchi.

Ponete una pentola sul fuoco con mezzo litro di acqua aggiungete i semi di finocchio e quando l'acqua bolle versate a pioggia la farina di mais, mescolando spesso. Quando la polentina sarà cotta versatela su una spianatoia e lasciatela intiepidire . Unite la farina setacciata, le uova e lo zucchero e cominciate ad impastare e di seguito anche tutti gli altri ingredienti ( la buccia grattugiata del limone, i fichi secchi, l'uvetta strizzata e i canditi d'arancia ). Per ultimo incorporate il  lievito, impastate con energia fino ad ottenere un composto omogeneo. Ungete ed infarinate una tortiera rettangolare, versate l'impasto e livellatelo con le mani, coprite con un canovaccio , lasciate riposare per 2 ore. Inseritelo nel forno ben caldo a 200° e fatelo cuocere per 45 minuti .
Una volta freddo spolverate a piacere con dello zucchero a velo.

Con questa ricetta partecipo al contest : I love me, my blog and food












Share:

martedì 26 novembre 2013

Raw For Love : iniziativa benefit di Natale per regalare un sorriso ai bambini.



In vista del Natale, Nudo&Crudo promuove Raw for Love, uno speciale workshop di cucina crudista gourmet per sostenere l’associazione Dynamo Camp..

L’alta cucina crudista protagonista di un evento-show per regalare un sorriso ai bambini. Nudo&CruIl primo corso di cucina con  100 partecipanti in uno speciale workshop per conoscere la cucina crudista gourmet. e sostenere l’associazione Dynamo Camp.

L’intero ricavato dell’iniziativa sarà infatti devoluto alla onlus che si occupa di offrire assistenza sociale e socio-sanitaria ai bambini affetti da gravi patologie croniche. Un modo originale per unire gusto, salute e solidarietà in compagnia di Vito Cortese, il giovane chef punto di riferimento in Italia dell’ultima tendenza in fatto di arte culinaria.
Raw for Love si terrà il 1 dicembre 2013 a milano,  dalle 14:00 alle 17:00 

presso i Frigoriferi Milanesi: per iscriversi, basta andare sul sito www.nudocrudo.net e compilare la prenotazione.

Potete acquistare i biglietti qui: il contributo sarà interamente devoluto a Dynamo Camp, fondazione di venture philantrophy nata nel 2003 facente parte di SeriousFun Children’s Network, un’associazione non-profit che in tutto il mondo promuove e gestisce camp di vacanza appositamente strutturati per ospitare gratuitamente bambini affetti da patologie gravi e croniche. 
Inoltre  c'è la possibilità di portarsi a casa lo speciale VitaMix, il frullatore usato in tantissime ricette crudiste. Dynamo Camp è l’unica struttura italiana di Terapia Ricreativa pensata per ospitare minori le cui vite sono compromesse dalla malattia, per attività ludiche e sportive e un’esperienza di svago, divertimento, relazione e socialità in un ambiente naturale e protetto.
Dal 2007 a oggi, la struttura ha accolto gratuitamente quasi 5000 bambini e le loro famiglie.

 Raw for Love darà la possibilità a tutti i 100 partecipanti di sostenere l’associazione in un modo davvero unico: creando piatti davvero unici, e cucinandoli rigorosamente senza fornelli. 

Dagli spaghetti di zucca con “mascarpone” e noci, alle sfere di broccoli, dalla mousse di olive, alla torta di carote e cioccolato bianco: sotto la guida di Vito Cortese e del suo team, si potranno preparare – e gustare – piatti originali e sorprendenti, senza mai aver bisogno di accendere il forno. L’evento vedrà la partecipazione in qualità di aspirante cuoca crudista Paola Maugeri. Inoltre si avrà la possibilità di portarsi a casa lo speciale VitaMix, il frullatore usato in tantissime ricette crudiste.

 Il crudismo è nato in California tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del Duemila, e noto anche come raw food, è un approccio alla cucina davvero originale: gli alimenti non subiscono alcun processo di cottura o, in ogni caso, non sono riscaldati a una temperatura superiore ai 42°C. A portare in Italia la cucina crudista gourmet è stato proprio Vito Cortese, giovane chef fondatore di Nudo&Crudo, la più importante community di chef crudisti italiani. 
Con l’evento Raw for Love, Vito Cortese intende promuovere e diffondere la sua filosofia alimentare, basata su una cucina fatta di creatività, passione, salute e gusto supportando l’attività che da sempre Dynamo Camp porta avanti, per regalare momenti di divertimento e felicità ai bambini che più ne hanno bisogno.



Share:

domenica 24 novembre 2013

Risotto alla zucca con filetto di maiale e chutney di uva rossa.



Oggi vi presento un piatto unico : un cremoso risotto alla zucca , abbinato a del filetto di maiale cotto al forno e del chutney di uva rossa ( ricetta adattata da Essen &Trinken ) .

Ingredienti per 4 persone :
700 gr. di filetto di maiale
200 ml. di di vermouth bianco
1 cipolla bianca di Chioggia
1 scalogno
1 spicchio d'aglio
timo e rosmarino q.b.
300 gr. di uva rossa ( io Red Globe )
80 ml di aceto rosso
10 gr. di zenzero fresco grattugiato
40 ml. di aceto di vino rosso
1/2 cucchiaio di zucchero di canna
250 gr. di riso carnaroli
90 gr. di polpa di zucca cotta a vapore
1 dado di pollo Fattoria Italia 
30 gr. di burro
30 gr. di parmigiano grattugiato
sale e pepe q.b olio
extra vergine di oliva Bonomo

 Iniziano con preparare il chutney : sbucciare e lavare la cipolla, dividerla a metà e poi affettarla sottilemente. Lavare e asciugare con cura l'uva . Io ho scelto la varietà Red  Globe, perchè è un'uva da tavola con chicco grande e, polpa soda e pochi semi,  quindi si adattava perfettamente alla ricetta. Staccare i chicchi dal grappolo, dividerli a metà e togliere eventuali  semi. 
In un tegame con due cucchiai di olio far rosolare le cipolle tritate con lo zenzero tritato per 5 minuti a fuoco dolce, poi aggiungere l'uva e il timo , far cocere per altri 5 minuti, poi aggiungere lo zucchero, che serve per caramellare e poi sfumare con l'aceto, coprite il tegame e continuate la cottura per altri 10 minuti a fuoco dolce. Al termine condire con il sale e un pizzico di pepe. 
Scaldare l'olio in una padella con uno spicchio d'aglio e far rosolare bene la carne. Condire con sale , pepe , rosmarino e timo e inserire nel forno già caldo a 180° per 15 minuti . Avvolgere la carne in un foglio di alluminio e lasciarla riposare. 
Con 500 ml. di acqua e 1 dado di pollo realizzare il brodo che sarà la base del risotto. 
Tritare finemente lo scalogno farlo rosolare con due cucchiai di olio , aggiunger il riso e farlo tostare poi sfumare con il vermouth, aggiungere due mestoli di brodo e continuare dolcemente la cottura. Dopo 7 minuti dall'inizio della cottura aggiungere la polpa di zucca e il timo, mescolare , aggiungere gradulamente il brodo e portare a cottura secondo il tempo indicato sulla confezione ( nel mio caso 18 minuti ).
 A fuoco spento mantecare con il burro, il formaggio e un cucchiaio di fondo di cottura della carne, assaggiare ed eventualemente regolare di sale. 
Affettare il filetto di maiale. 
Servire il risotto con tre fettine di filetto e del chutney di unva rossa. Decorare a piacere con uno stelo di erba cipollina.

 Vino consigliato : Lagrein Rosé





Share:

giovedì 21 novembre 2013

Le suocere anonime e il fritto leggero !



Continuano le avventure delle suocere anonime : nel quinto episodio della serie inititolato "Luigina in: Ero fritta, ora non più"
 Luigina, approffittando del fatto che figlia e genero non sanno cucinare , va spesso a casa loro per cucinare . Luigina si considerava la regina del fritto… finché Airfryer non è arrivata in casa della figlia .
Guardate il video con la simpatica ironia di Mara Maionchi, e vedrete anche l’esemplare punizione. Con la visualizzazione di questo video, scoprirete che i prodotti da cucina Philips, come l'innovativa Airfryer, grazie all'aiuto delle Suocere Anonime, riescono a portare l'armonia nel rapporto tra suocera e nuora e in tutta la famiglia.




L'esclusiva tecnologia Rapid Air di Airfryer Philips consente di friggere, cuocere al forno, arrostire e grigliare ottime pietanze e snack con meno grassi di una friggitrice tradizionale grazie all'utilizzo di una minima quantità di olio (o senza olio). 
Airfryer di Philips, con tecnologia Rapid Air, diffonde anche meno odori rispetto alle friggitrici tradizionali, è facile da pulire, sicuro ed economico per l'utilizzo quotidiano .
 L'esclusiva tecnologia Rapid Air di Airfryer infatti consente di friggere utilizzando l’aria per ottenere pietanze croccanti fuori e tenere all’interno . E’ necessaria solo una piccola quantità di olio,  (oppure è possibile cucinare senza usarlo ) per ottenere una consistenza perfetta e piatti molto saporiti.

 Ottima idea regalo per Natale.

Share:

martedì 19 novembre 2013

Percorsi per buongustai : Ristorante il Rifugio



Nel corso dell’educational tour ,organizzato da “Pordenone Wine&Food Love” e ideato per conoscere e degustare meglio i vini del territorio , abbinandoli ai prodotti tipici del Pordenonese , abbiamo fatto tappa a Dardago , frazione di Budoia in provincia di Pordenone . 
Qui si trova il ristorante Il Rifugio , immerso nella pace e nel silenzio della Val Croda , con un bellissimo giardino esterno che fa da cornice. 
Nato dal restauro di una vecchia "casera" risalente all'inizio del '900 il posto detto " Ciamador " nel dialetto locale significava la base di partenza e arrivo per vari carichi trasportati con la "sloitha" (slitta) dai monti. Poteva essere la legna, il fieno, le foglie, il carbone, le pietre, tutto quanto poteva servire all'economia del piccolo paese.
 Alla fine degli anni 80 viene fatta una radicale trasformazione da parte del comune con la collaborazione della Comunità montana e della Regione e nel "92 è iniziata la gestione della Famiglia Signora che ci ha accolto in questo storico locale.
 Dal giorno 29/07/1999 Il Rifugio può portare l'effige di "Locale Presidenziale" in quanto in quella data ha ospitato il Presidente Americano Bill Clinton di passaggio ad Aviano diretto a Sarajevo per le trattative di pace sui Balcani. Il ristorante all'interno è arredato in modo sobrio e gradevole con architravi in legno, e con un caminetto che dona al locale un caldo tono familiare.
 

Abbiamo pranzato con un menù realizzato con prodotti tipici friulano , abbinato a dei vini tipici del territorio.
Abbiamo iniziato con dei crostini di pane al porro con  magretta friulana , castagne e cioccolato.


Un insolito e originale connubio di sapori che mi è piaciuto molto. La magretta friulana , come ci ha spiegato lo chef Manlio e una pancetta realizzata con un suino allevato in zona , di giovane età, inferiore ad un anno e piuttosto grassa .

Poi è seguita la crema di zucca al passito di verduzzo con pitina .

Della pitina vi avevo già parlato qui e qui


E poi un altro antipasto di gran classe , un piatto che voglio cercare di riprodurre per il menù di Natale : Terrina di petto d’anatra alle castagne dell’Ovest Pedemontana.


Si tratta di una terrina di petto d’anatra con le castagne, servita con del cavolo cappuccio affettato molto sottile , dei chicchi di melagrano , assieme a dei crostini di pane ai cereali e miglio .
C’era un delizioso cestino con 8 diversi tipi di pane, tutti fatti in casa, che purtroppo non ho fotografato.


Con gli antipasti sono stati abbinati questi vini :

Friulano  dell’azienda Quinta della Luna 

Traminer dell’azienda Bessich Luciano
 
E per primo piatto : Raviolacci di grano saraceno al capriolo con ragù di mele e speck. 


Veramente ottimi!

Servito con un Cabernet Franc Bessich Luciano

Per secondo piatto : filettino in treccia al guanciale dorato con funghi di bosco e polenta gialla integrale .


Il filetto di maiale è stato intrecciato con del guanciale e servito con dei funghi misti. Veramente ottima la polenta di mais di storo, prodotto home made dello Chef Manlio e macinata grossa.
 A questi piatto sono stati abbinati questi vini : 

Tornielli Rosso dell’azienda Bessich Luciano

Refosco dal peduncolo rosso dell’azienda Borgo delle oche

Ed infine il dolce : crostata alle mele di Budoia con marmellata di arance. 


Si tratta di una deliziosa crostata con le mele e la marmellata home made ,  con le scorze d’arancia . Una frolla al vino bianco , servita con una cremina alla vaniglia e una spolverata di cacao. 

Un menù molto interessante abbinato ad eccellenti vini del territorio. Un menù che ci ha pienamente soddisfatto . Un sentito ringraziamento allo Chef Manlio e signora , per la calda accoglienza che ci hanno riservato, e per l’accurata spiegazione delle ricette . Arrivederci a presto .

Per ulteriori info visitate il  sito web : http://www.ilrifugio.net/

e la pagina face book
Share:

mercoledì 13 novembre 2013

L’incontro del Pastin con il Gruyere



Il pastin rappresenta un’importante tradizione della cultura gastronomica della Provincia di Belluno. Il pastin nasce negli anni in cui la macellazione del maiale era un momento di festa ; trova origine e profonda tradizione nelle giornate invernali dedicate alla macellazione del maiale, ancor oggi momento raro di festa per le comunità rurali che abitano i paesi delle Dolomiti Bellunesi. 

Si tratta di un impasto artigianale fresco di carne di suino e bovino e con l'aggiunta di particolari proporzioni di lardo, sale, pepe, spezie e aromi vari.
 Ogni vallata Dolomitica, custodisce gelosamente la sua ricetta segreta del pastin , in particolare la scelta e la dose degli aromi , quali chiodi di garofano, cannella, aglio e vino bianco. 
 Noto fin dal Medio Evo , il pastin è il più famoso secondo piatto di questa valle dolomitica, oltre che essere sempre presente nelle sagre paesane.
 Il pastin viene preparato nei laboratori di macelleria. L’insieme di carne suina, bovina , lardo e aromi viene tritato con l’utilizzo di tritacarne con fori di diametro variabile a seconda delle differenti consuetudini.
 Il prodotto viene conservato nei banchi frigo delle macellerie in modo sfuso (all’interno di baccinelle) oppure all’interno di pellicole per alimenti che ne facilitano le operazioni di taglio e di servizio al consumatore. 
 Il prodotto si può reperire durante tutto l’anno presso le macellerie del territorio bellunese; nel periodo autunnale e invernale è reperibile anche nelle province limitrofe. 
Il pastin è un prodotto fresco che si può consumare subito dopo la preparazione. Può essere consumato cotto o crudo. In prevalenza, e per tradizione, viene consumato a seguito di cottura alla griglia o in padella e accompagnato da polenta. Nella versione moderna viene servito con il panino caldo e con il formaggio. Oltre a questo si presta anche a numerose ricette e per ulteriori info vi consiglio di visualizzare questo video .
 
Per il Contest di Tery ho pensato di realizzare un panino caldo con Pastin, Gruyere , radicchio di Treviso e cipolla in saor.
Veniamo quindi alla ricetta ,
 ingredienti per 4 persone :

• 4 fette di pastin
• 4 fette di gruyere
• 4 panini con farina di mais
• 1 cespo di radicchio di Treviso
• 1 cipolla bianca di Chioggia
• 1 foglia di alloro
• 1 cucchiaio di aceto bianco
• 100 ml di vino bianco
• sale fino
• olio extra vergine di oliva

Procedimento : sbucciate , lavate e affettate finemente la cipolla, fatele rosolare con una foglia di alloro in abbondante olio di oliva, poi sfumate con il vino bianco e 1 cucchiaio di aceto, coprite il tegame e , a fuoco dolce portate a cottura ( circa 25-30 minuti ).
 Lavate il radicchio e tagliatelo a striscioline.
 Cuocere alla griglia il pastin, oppure potete cuocerlo anche su una teglia antiaderente.
 Tagliate a metà il pane; farcitelo con del radicchio tritato, una fetta di gruyere , una fetta di pastin e 1/2 cucchiaio di cipolla in saor , ponetelo nel forno già caldo per 3 minuti poi  servitelo subito. 

Vino consigliato : come da tradizione viene solitamente abbinato ad un vino bianco frizzante,  io consiglio il Muller Thurgau frizzante delle Dolomiti, ma a mio avviso va bene anche un vino rosso con una buona acidità.

Con questa ricetta partecipo al contest di Peperoni e Patate in collaborazione con Formaggi della Svizzera, Swiss Cheese Parade


Share:

lunedì 11 novembre 2013

Pordenone Wine & Food Love : la rassegna del gusto dedicata alla promozione del vino e dei piatti tipici



Per il terzo anno torna dal 1 ° al 30 novembre 2013 “Pordenone Wine&Food Love” manifestazione che vuole valorizzare il territorio di Pordenone e provincia attraverso i cibi e i vini che quest’area pro duce sapientemente e che l’hanno fatta conoscere e apprezzare in tutto il mondo.
 Un appuntamento importante sono le cene "A tavola in provincia": dall'1 al 30 novembre nei ristoranti della provincia che hanno aderito alla manifestazione sarà possibile deliziarsi dei menu confezionati dai locali ristoratori, a base di prodotti del territorio sapientemente abbinati ai vini delle Grave.  
Qui' potete scoprire i menu di ciascun ristorante e prenotare il vostro preferito .

 Il cuore della terza edizione di “Pordenone Wine&Food Love è stato incentrato nei giorni dall'8 all'11 novembre . Numerosi e molto interessanti gli eventi in programma e quest'anno anche io Diocleziano abbiamo avuto la fortuna di partecipare ad alcuni di questi.
In particolare sabato 9 novembre scorso,  assieme ad un gruppo di blogger e giornalisti abbiamo partecipato ad educational tour , ideato per conoscere e degustare meglio i vini del territorio , abbinandoli ai prodotti tipici di Pordenone e della sua provincia.
In concomitanza con l’evento è nato il doppio hashtag  , che raggruppa sui social network tutto ciò che viene detto o postato riguardo alla manifestazione e alle attività collegate. 
Il tour è iniziato con una breve visita a Sacile, antica cittadina che si trova in un punto strategico tra Friuli e Veneto Il caratteristico centro storico sorge su due isole sul fiume Livenza lungo le cui sponde si affacciano numerosi palazzi nobiliari di stile veneziano , la città infatti conobbe il massimo sviluppo commerciale nel periodo in cui fu annessa alla Repubblica di Venezia (dal 1420 al 1797 ). E’ soprannominata anche Giardino della Serenissima e Porta del Friuli.
 Consiglio di visitare il Duomo di San Nicolò, patrono della città e Santo della navigazione fluviale, particolare l'angelo situato sul campanile che cambia posizione in base alle variazioni atmosferiche. 


La piccola chiesa della Madonna della Pietà e soprattutto il cinquecentesco Palazzo Ragazzoni-Flangini-Biglia .  Il nome del palazzo deriva da quello di una famiglia della borghesia commerciale veneziana che vi ha abitato e che lo ha abbellito e reso interessante.
 
( una sala interna del palazzo, dove era in corso un festival di musica antica ).

Poi ci siamo recati a Vistorta di Sacile , un piccolo borgo nel cuore del Friuli Occidentale, inserito nella tenuta agricola “ Vistorta” di proprietà della famiglia Brandolini d'Adda  sin dal 1780.
 Nella metà dell ’800 Guido Brandolini , dopo la laurea all’università di Padova , costruisce l’attuale struttura con concetti innovativi per l’epoca. 

Villa Brandolini d’Adda


si affaccia su sette ettari di parco all’inglese in cui prati verdissimi e alberi maestosi si riflettono in una successione dei piccoli laghetti. Nell’ampio parco crescono innumerevoli alberi di ormai notevoli dimensioni, tra conifere e latifoglie, in parte risalenti alla fine dell’Ottocento e in parte piantati dal grande paesaggista inglese Russel Page, chiamato nel 1965 dal conte Brando a ridisegnare il parco .


Nel parco è presente anche una serra con oltre 2000 orchidee . Un posto magico , una quantità incredibile di piante rare e belle, curate con passione e che offrono una vista che è difficile da descrivere e che le foto. 


L'attuale azienda agricola Vistorta, che coltiva 220 ettari attorno alla villa, é condotta dal 1980 da Brandino Brandolini d'Adda. Laureato in agraria alla Texas A & M University, dopo la prima esperienza vinicola nell'altra azienda di famiglia di Chateau Greysac nel Bordeaux, Brandino progetta una riqualificazione di Vistorta sul modello francese: concentrare tutta l'attenzione su un solo grande vino rosso. 

Infatti la natura argilloso-calcarea dei terreni di Vistorta é la base ideale per ottenere grandi rossi: é la stessa caratteristica che si ritrova nel Bordeaux e nel Medoc, dove terreni argillosi ed estati calde e secche favoriscono il Merlot nella sua migliore espressione.
L'introduzione di nuovi cloni francesi, la selezione di cloni autoctoni, e la scelta di porta-innesti di diversa forza hanno creato vigneti con un ampio ed equilibrato aspetto varietale.

 Sedici ettari e sedici vigneti numerati filare per filare, cloni diversi, età diverse, produzioni ed impianti diversi, sono necessari per realizzare il Merlot Vistorta.
 Le vendemmie vengono effettuate nelle giornate reputate idonee perché ogni clone e ogni filare ha una sua maturazione diversa, anche per l’esposizione al sole e al vento.
Le varie vendemmie sono poi vinificate separatamente per valorizzare la diversità e diverso vasca per vasca è il periodo di contatto con la buccia, la tempistica dei rimontaggi e la durata della macerazione. Il momento della svinatura viene deciso degustando giorno per giorno ciascuna vasca valutandone l’evoluzione; dopo la svinatura, mantenendo ancora separate le partite, viene avviata la fermentazione malolattica, inducendola naturalmente con il solo controllo della temperatura. Il vino poi passa nel legno piccolo per dodici mesi; alcune barrique sono nuove, altre usate.


Il risultato di tutto questo si chiama Merlot Vistorta, un vino favoloso, che ben si presta all’invecchiamento.
La barchessa della villa, adibita un tempo a cantina, refrigerata in modo naturale con un corso d’acqua che scorre sotto il pavimento, attualmente viene usata come museo, o per realizzare mostre ed eventi .
 Dopo aver lasciato la sede storica, ci siamo spostati a pochi km .  nella Barchessa di Cordignano, attuale sede di vinificazione ,  dove la pregevole architettura settecentesca si sposa alla più avanzata tecnologia enologica.
Abbiamo poi effettuato una degustazione verticale con il Vistorta 2009 e il Vistorta 2002 .


A mio avviso entrambi i vini sono ottimi, Il Vistorta 2002 è il vino che ho preferito ; ho apprezzato infatti l’incredibile complessità che ha elaborato negli anni, pur continuando ad apparire un vino giovane.
Il vino che contraddistingue questa azienda è il Vistorta realizzato con il vitigno Merlot ; ma questa azienda produce anche altri vini di qualità  : abbiamo degustato anche un Friulano ( ex Tocai ).


La cosa che ho subito notato è che questo vitigno varia notevolmente in base al luogo in cui viene prodotto, e i suoi profumi sono più accentuati rispetto allo stesso vitigno coltivato in Veneto.
Per tutta la visita abbiamo avuto la gradevole e competente compagnia dell’esperto Alec Ongaro , che ringrazio  .

Continua nei prossimi post.



Share:

mercoledì 6 novembre 2013

Novità Sapori di Siena : i Ricciarelli Monodose e il Mini Panforte Margherita .

Sapori di Siena è nata nel 1832 ed è una delle aziende dolciarie più antiche d’Italia . Duecento anni caratterizzati da un costante rinnovamento che ha saputo tener viva l’antica tradizione toscana, proponendo nuove e fragranti bontà di alta pasticceria, ideali da degustare ogni giorno. Il Gruppo Colussi ha acquistato il marchio Sapori di Siena 1832 nel 2004 .
 
Ottobre 2013 , l’azienda presenta al pubblico due novità esclusive: le nuove e pratiche confezioni dei Ricciarelli Monodose e dei Mini Panforte Margherita

I Mini Panforte Margherita, piccoli bocconcini dell’inconfondibile Panforte Sapori, vestono di modernità una ricetta unica e secolare. Una chicca da intenditori ideale per accogliere gli ospiti o da portare sempre con sé per concedersi uno sfizio goloso in qualsiasi momento.

I Ricciarelli alla Mandorla, tenere gioie di pasta di mandorle accarezzate da un velo di zucchero, incanteranno tutti con il loro cuore morbido, oggi racchiuse in piccole mono porzioni da scartare e gustare una ad una.

Mandorle, zucchero, miele, uova, frutta secca e spezie, oggi come ieri, si combinano in modo sublime grazie all’esperienza di Sapori, che da 180 anni realizza i dolci tipici della tradizione nel rispetto delle ricette originali.
Piccole golosità preparate dagli esperti mastri pasticceri di Sapori di Siena, per godere in ogni momento dei classici Panforte e Ricciarelli, da assaporare in un sol boccone, a casa o in ufficio, guardando un bel film in compagnia degli amici, accompagnate al caffè o al thè, ma anche per concludere nel modo più dolce una serata in famiglia. .

Conoscevo già la qualità dei prodotti Sapori di Siena , ed ora dopo aver provato le nuove confezioni monodose, le ho particolarmente apprezzate
.La confezione monodose infatti ti permette sempre di avere a disposizione questi dolci , e di averli sempre  come appena sfornati.
Ideali da tenere in borsa , e come dolce da servire agli amici.
Potete anche realizzare delle dolci ricette, presto posterò una mia idea dolce realizzata con i Sapori di Siena
A mio avviso sono perfetti con il thè del pomeriggio, è questo il momento della giornata in cui io li preferisco, un momento di relax e di vero piacere per il palato, e secondo voi qual è il momento ideale per consumare queste dolcezze nella nuova versione monodose ?


Visitate anche la pagina face book : Sapori di Siena.
Share:

sabato 2 novembre 2013

Spätzle agli spinaci con calamari a spillo e ceci



Gli spätzle agli sono dei gnocchetti originari del Tirolo e con il tempo sono diventati un tipico piatto del Trentino Alto Adige.

Ingredienti per 4 persone :

• 350 gr. Spätzle agli spinaci
• 1 barattolo di ceci Ecor
• 300 gr. di calamari a spillo
• 2 pomodori a grappolo
• 1 fettina di pancetta
• zenzero candito Ecor q.b.
• 2 spicchii d’aglio
• 2 foglie di alloro
• prezzemolo
• timo
• 1 rametto di rosmarino
• aceto balsamico q.b.
• sale fino
• olio extra vergine d’oliva Bonomo

Procedimento : per questa ricetta utilizzeremo sola la parte esterna dei pomodori , perché meno ricca di acqua . Tagliare a metà i pomodori , con un cucchiaio eliminare la polpa interna che utilizzerete a vostro piacimento , poi tagliare la parte esterna del pomodoro a cubetti. Foderare una pirofila con carta forno , distribuite i cubetti di pomodoro e inseriteli nel giorno già caldo a 280 ° per 5 minuti , poi girateli, abbassate la temperatura a 200 ° a fate cuocere per altri 10 minuti, spegnere il forno e lasciarli riposare sino a quando saranno freddi. Inserire i cubetti di pomodoro in una ciotola condirli con un trito di prezzemolo, timo e un filo di olio extra vergine di oliva e un pizzico di sale , mescolare e tenere da parte.
 
Sgocciolare i ceci dal liquido di conservazione, trasferirli nel colino a maglie fitte e sciacquarli sotto acqua fredda corrente. Tritate finemente la pancetta fatela rosolare in un tegame con un filo di olio , lo spicchio d’aglio e una foglia di alloro , poi aggiungere i ceci , lasciarli insaporire per una decina di minuti a fuoco dolce, poi aggiungere un trito di rosmarino e regolare di sale.
 
Lavare con cura i calamaretti , affettarli a rondelle e lasciare interi i tentacoli. Porre sul fuoco una casseruola antiaderente con olio extra vergine, lo spicchio d’aglio e una foglia di alloro ;quando l’olio è caldo inserire i calamaretti , far cuocere a fuoco dolce per 3 minuti i calamaretti , poi spegnere il fuoco. Aggiungere un pizzico di zenzero grattugiato e regolare di sale.
Rimettere sul fuoco il tegame dei calamari , aggiungere i ceci e i cubetti di pomodori arrosti, lasciate insaporire per 5 minuti. Cuocere gli spazle in abbondante acqua salata , scolarli e farli saltare nel sugo appena preparato, aggiungendo  anche due cucchiai di acqua di cottura dei gnocchetti . Servire il piatto con una decorazione realizzata con delle gocce di aceto balsamico.

Vino consigliato :  Traminer Aromatico Alto Adige  DOC
Share:

mercoledì 30 ottobre 2013

Le Suocere Anonime e lo stiro 2!




Partendo dalle difficoltà relazionale tra suocera e nuora, che alcuni considerano inevitabili , ma che in alcuni casi esiste davvero, Philips , il famoso brand di elettrodomestici , durante l’evento evento del 15 ottobre scorso , ha presentato e inaugurato a stampa e blogger
 il "Movimento delle suocere anonime".
 
Nonostante questo sia un argomento su cui in passato si è già molto parlato e si sono già versati fiumi di inchiostro, all’evento organizzato da Philips Italia a Milano , hanno partecipato numerose persone ed ha offerto molti spunti per ulteriori osservazioni e approfondimenti.
 
Io , personalmente , non ho avuto la fortuna di conoscere mia suocera, infatti quando ho conosciuto mio marito era già mancata da 7 anni .
Vi posso solo dare la mia opinione, in base ai racconti delle mie amiche e conoscenti .
 Dove c’è una cattiva relazione tra suocera e nuora, c’è sempre un anello debole della catena, un figlio in senso incompiuto, ancora un po’ immaturo . Ci sono genitori che non tagliano il cordone ombelicale , che non educano i figli all’autonomia, e di conseguenza i figli si sentono ancora adolescenti, impreparati a gestire un rapporto tra moglie e mamma.
 
Guest star e testimonial dell’evento di Philips è stata Mara Maionchi, che con la sua nota ironia ha saputo sdrammatizzare l’argomento e far sorridere tutti i presenti.





Philips con Mara Maionchi ha lanciato una divertente e ironica web serie di 6 episodi online su YouTube, in cui sarà possibile scoprire come Philips può cambiare la vita sia alle nuore sia alle suocere, appianando anche le relazioni più spinose.

Ogni episodio si sviluppa attorno al prodotto Philips che identifica uno dei principali contesti domestici di conflittualità tra suocera e nuora . Infatti il terreno di scontro sembra essere, quasi sempre la casa e gesti quotidiani come lo stirare, qui vi propongo Le Suocere Anonime e lo stiro 2 .
In questo episodio inititolato "Tina in: Segreti scottanti" scopriamo che i prodotti di stiratura Philips, come il nuovo Perfect Care Aqua, riescono grazie all ‘aiuto delle “Suocere Anonime” a portare l'armonia nel rapporto tra suocera e nuora.
 
Un video divertente da cui trarre spunti e ispirazioni , grazie ai preziosi consigli di Mara Maionchi e il conforto delle suocere anonime.
Share:

domenica 27 ottobre 2013

Quando i cjalsòns incontrano i formaggi svizzeri



I cjalsòns sono una specie di agnolotto ripieno , il piatto tipico Carnico per eccellenza , il piatto delle grandi occasioni.
 Per il contest di Tery ho ideato una versione street food di questo piatto, inserendo nel ripieno dei cjalsòns un mix di formaggi svizzeri : lo sbrinz e il Gruyere .

 Ingredienti per 4 persone

 per la pasta:
300 gr di patate
200 gr di farina 00
1 pizzico di sale
1 pizzico di pepe
1 uovo

Per il ripieno :

3 patate medie
50 gr. di formaggio Gruyere a lamelle
75 gr. di sbrinz grattugiato
1/2 mela grattugiata
30 gr. di uvetta sultanina
70 ml. di vino bianco
1 ciuffo di prezzemolo
1 ciuffo di erba cedrina
1 ciuffo di geranio odoroso
1 ciuffo di maggiorana
1 ciuffo di basilico
1 ciuffo di mentuccia
la punta di in cucchaino di buccia di limone grattugiata
1/4 di cucchiano di cannella
sale fino

Per friggere : olio extra vergine di oliva Bonomo


Per preparare la pasta :  lessate le patate, sbucciatele e passatele al setaccio, unite la farina e l’uovo, salate e pepate. Stendete la pasta su una spianatoia infarinata e ricavate, con l’aiuto di un coppa pasta, dei dischi del diametro di 7 cm. 

Mettete in ammollo nel vino l'uvetta 

Per fare il ripieno  : lessate le patate, passatele al setaccio . Tritate e soffriggete le erbe aromatiche in un tegame con un filo di olio , per cinque minuti ed unitele alle patate , aggiungete quindi tutti gli altri ingredienti , l'uvetta strizzata dal vino, la buccia di limone grattugiata  , la mela grattugiata ,  il gormaggio gruyere a lamelle, lo sbrinz grattugiato ,  la cannella e per ultimo un pizzico di sale , mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo . 

 Ora ponete un cucchiaino di ripieno al centro di ogni disco di pasta, ripiegate e chiudete bene premendo sui bordi.

 Friggete i cjajalsòns in olio ben caldo, pochi per volta, poi scolateli e fateli asciugare su carta  assorbente, spolverateli con un pizzico di sale e serviteli subito.

A questo street food ho abbinato un vino siciliano

 il Grillo delle Cantine Settesoli , un vino bianco color paglierino, con sfumature verdognole . Profumo decisamente floreale , con note di sentori d’arancio e sentori di ananas e limone.

Con questa ricetta partecipo al contest di Peperoni e Patate in collaborazione con Formaggi della Svizzera, Swiss Cheese Parade 


Share:

venerdì 25 ottobre 2013

Cantine Settesoli , la più grande azienda vitivincola siciliana



Fondata nel 1958 a Menfi in provincia di Agrigento per iniziativa di un gruppo di viticoltori, l’azienda si è sviluppata nel corso dei decenni. Cantine Settesoli rappresenta oggi la più grande azienda vitivinicola siciliana, i cui terreni vitati estesi per 6.000 ettari le consentono di potersi definire il vigneto più grande d’Europa e il più importante della Sicilia.
Questo ne fa non solo la più grande azienda vitivinicola siciliana, ma anche una grande fonte di occupazione: nella zona di Menfi, il 70% delle 5.000 famiglie presenti sono coinvolte a vario titolo nell’attività dell’azienda. Con i suoi 2.300 soci, quattro stabilimenti, una capacità lavorativa di circa 500.000 quintali di uve all’anno, una produzione di 24 milioni di bottiglie di vino prodotte ogni anno e una costante attenzione ai temi ambientali e sociali, Cantine Settesoli si impone come protagonista del panorama vitivinicolo nazionale ed internazionale.


Nei vigneti di Settesoli vengono privilegiati gli allevamenti tipici a controspalliera, le potature tradizionali, a guyot ed in parte a cordone speronato al fine di ottenere il miglior equilibrio vegeto-produttivo delle piante. Il costante monitoraggio di tutte le fasi fenologiche effettuato dagli agronomi di Cantine Settesoli assieme all’analisi e alla catalogazione di tutte le caratteristiche pedoclimatiche delle singole particelle catastali dei soci, permettono di determinare quali vitigni impiantare e dove, con quali tecniche di impianto, quali tempi e modalità di potatura, fertilizzazione, irrigazione di soccorso e vendemmia.
Il programma di ricerca prevede anche l'analisi comportamentale di un alto numero di vitigni autoctoni ed internazionali su portainnesti di diversa origine, la valutazione delle diverse tecniche colturali da applicare e dell’adattamento delle diverse cultivar al clima mediterraneo insulare. L'obiettivo che si vuole raggiungere è quello di allargare la base ampelografica dell'azienda per continuare ad innovare. Il patrimonio viticolo di Settesoli è infatti formato da vitigni tipici della fascia mediterranea come il Grecanico, l’Inzolia e il Nero d’Avola, ma anche da vitigni di recente importazione in Sicilia come il Cabernet Sauvignon, il Syrah, lo Chardonnay ed il Pinot Grigio nonché vitigni “innovativi” quali il Sauvignon Blanc o l’Alicante Bouschet che per gli eccellenti risultati prodotti sono passati dal piano di microimpianto alla coltivazione su larga scala.


I vini prodotti da Cantine Settesoli vengono ottenuti da uve selezionate, portate alla perfetta maturazione, vinificate nella zona di origine integrando cultura del territorio, metodi tradizionali e innovazione tecnologica.
Con il conferimento in cantina delle uve prodotte dai soci, ha inizio il delicato processo di vinificazione nelle sue diverse fasi sotto l’attenta supervisione degli enologi Settesoli.

Con l’impiego di tecnologie all’avanguardia e un utilizzo massiccio e capillare della refrigerazione si susseguono le fasi di pigiatura, fermentazione, e successiva classificazione di ogni singola partita al fine di creare specifiche cuvée corrispondenti ai singoli canoni di qualità e caratteristiche organolettiche. Volumi importanti a qualità certificata: attraverso un’intensa attività di progettazione e di coordinamento della produzione, nel 2003 l’azienda ha concretizzato un importante progetto di tracciabilità e certificazione di ogni fase del ciclo produttivo il cui risultato è la sicurezza di poter offrire vini caratterizzati da elevate qualità organolettiche al miglior rapporto prezzo/qualità. Su ogni etichetta prodotta da Cantine Settesoli è impresso un codice di identificazione che permette di percorrere a ritroso l’intero processo produttivo fino ad arrivare ai vigneti d’origine.

 Volumi importanti a qualità certificata: attraverso un’intensa attività di progettazione e di coordinamento della produzione, nel 2003 l’azienda ha concretizzato un importante progetto di tracciabilità e certificazione di ogni fase del ciclo produttivo il cui risultato è la sicurezza di poter offrire vini caratterizzati da elevate qualità organolettiche al miglior rapporto prezzo/qualità. Su ogni etichetta prodotta da Cantine Settesoli è impresso un codice di identificazione che permette di percorrere a ritroso l’intero processo produttivo fino ad arrivare ai vigneti d’origine. 

L’azienda ha conseguito le seguenti certificazioni UNI EN ISO 9001:2008, UNI EN ISO 22005:2008, BRC, IFS necessarie a dare ulteriore certezza della qualità e dell’origine dei prodotti.

In ogni periodo dell’anno, Settesoli accoglie appassionati ed operatori del settore provenienti da tutto il mondo per visite guidate che partendo dal vigneto proseguono in cantina e si concludono con la degustazione dei vini. Settesoli organizza su prenotazione l’accoglienza di gruppi fino a 50 persone con brunch a base di prodotti tipici locali in abbinamento ai vini della cantina e con la possibilità di condurre le visite in lingua italiana, inglese, tedesca, francese, russa e polacca. 

Settesoli è inserita nella Strada Del Vino Delle Terre Sicane, distretto vinicolo degradante sul mare che comprende Menfi, Contessa Entellina, Sciacca, Santa Margherita del Belice e Sambuca di Sicilia. Questo territorio rurale, in cui il paesaggio vinicolo è senz’altro prevalente, è adiacente ad alcuni siti storico/archeologici di notorietà internazionale come Selinunte e la Valle dei Templi di Agrigento, ed è anche il territorio che è stato scenario del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, pubblicato peraltro postumo proprio nel 1958, anno di fondazione di Settesoli.
Il vino prodotto dalle Cantine Settesoli è molto apprezzato in Italia e all’estero.

Anche Jamie Oliver il famoso chef e conduttore televisivo lo ha scelto per i suoi oltre 30 locali sparsi in tutto il territorio britannico , nelle tre varietà rosso, bianco e rosato di Sicilia IGT


La scelta dell’azienda vitivinicola come partner del progetto nasce proprio dalla qualità del vino, che rispondeva agli standard ricercati, ed è la riprova del costante impegno dei soci della cooperativa nel produrre vini di livello qualitativo superiore che, per questo motivo, sono riconosciuti ed apprezzati in tutto il mondo 

 Prossimamente vi proporrò degli abbinamenti vino cibo , realizzati con i vini dell’Azienda Settesoli e delle ricette di mia creazione.
Share:
Blogger Template Created by pipdig